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POSITION PAPER Sessione 1
PER UNA NUOVA STAGIONE DELLA FINANZA SOCIALE
A IMPATTO PER IL TERZO SETTORE
Francesco ABBÀ
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1. L’evoluzione dello scenario
Nel corso delle varie sessioni di lavoro dei Cantieri Viceversa sono state individuate e approfondite le quattro principali fonti che connotano il fabbisogno di finanziamento per lo sviluppo delle organizzazioni di Terzo settore:
• credito,
• apporto di capitale di rischio (equity),
• risorse donative,
• garanzie e assicurazioni.
Approfondire le caratteristiche e l’andamento di tali fonti è utile non solo per restituire le condizioni di sostenibilità e di sviluppo degli enti di Terzo settore, ma anche per metterne in luce gli elementi di identità non solo da un punto di vista strettamente normativo, ma piuttosto nei confronti degli apportatori di risorse.
La capacità di intercettare e di mixare diverse fonti di finanziamento rappresenta infatti un importante banco di prova per dimostrare, nei fatti, in quale misura siano effettivamente riconosciute quelle finalità “civiche, solidaristiche e di mutualità” che definiscono la missione distintiva del Terzo settore rispetto alle istituzioni pubbliche e alle imprese di capitali.
Rispetto a questa impostazione generale, i Cantieri Viceversa hanno fin qui agito in un’ottica di tipo inclusivo, cercando cioè di coinvolgere principalmente enti di Terzo settore e loro reti che, per svariate ragioni, non hanno avuto fin qui modo di sfruttare appieno il mix di risorse appena citato, in particolare per quanto riguarda risorse di natura finanziaria e apporto di capitale di rischio.
Si tratta di un tema particolarmente rilevante considerando che, in termini generali, le risorse crescono in termini di ammontare complessivo e al tempo stesso tendono a differenziarsi in termini di prodotti e di attori che le mettono a disposizione: dalle fondazioni agli istituti di credito, dai fondi d’investimento agli istituti di garanzia e società di assicurazioni.
Inoltre, per tutte le fonti citate, si manifestano, ormai in forma matura, forme di finanziamento “dal basso” trainate dalla trasformazione digitale (crowdfunding, social lending, ecc.) che peraltro appaiono sempre meno come una “dinsintermediazione” in quanto vengono sempre più incorporate nelle strategie e nei modelli di business dei finanziatori istituzionali: dalle fondazioni agli istituti di credito fino ai fondi equity arricchendo così il mix di risorse anche lungo l’asse top down e bottom up.
In sintesi, nel corso degli ultimi anni l’ecosistema dell’offerta di risorse per lo sviluppo del Terzo settore si è notevolmente arricchito anche in termini di capacità strategica e di accompagnamento, ma nonostante questi sforzi il Terzo settore, anche nei segmenti più strutturati di natura imprenditoriale, non sembra cogliere pienamente queste opportunità. Si tratta infatti di risorse che, va ricordato a scanso di equivoci, sono destinate a incrementare la capacità di questi soggetti di rispondere in modo adeguato a sfide di cambiamento sociale e ambientale sempre più impegnative e urgenti.
Per favorire una più efficace convergenza tra domanda e offerta che eviti (o limiti) i rischi di colonizzazione e promuova invece una cross-fertilization tra ruoli e funzioni per generare elementi di apprendimento comune da porre alla base di nuovi modelli di “prosperità inclusiva”, i Cantieri Viceversa hanno inteso agire su due principali leve.
La prima, già ampiamente attuata, riguarda le modalità di coinvolgimento dei partecipanti alle sessioni di lavoro dei Cantieri sul lato della domanda puntando sulla capacità di scouting delle reti aderenti al Forum Terzo Settore al fine di individuare ruoli apicali, dirigenti o in ogni caso persone con competenze economico finanziarie che grazie al percorso possono ulteriormente arricchire, ma non solo in termini strettamente gestionali. La partecipazione ai Cantieri Viceversa, infatti, si sta sempre più rivelando una palestra per una nuova leadership del Terzo settore, maggiormente in grado di operare all’interno di ecosistemi più ampi e variegati rispetto a qualche anno fa e quindi con più capacità di interloquire, negoziare e co-progettare con soggetti anche molto diversi per tipologia di attività svolta, approccio metodologico e cultura di riferimento.
Uno scenario ben diverso rispetto ai gruppi dirigenti della fase nascente del settore, decisamente più orientati ad “autoprodurre” il proprio sviluppo attingendo soprattutto a risorse interne o ottenute “a corto raggio”.
Una seconda leva individuata dalla cabina di regia dei Cantieri e che invece si vorrebbe attivare a partire dalla summer school di luglio consiste nell’individuazione di alcuni temi trasversali per evitare che le “verticalità” sopra citate a livello di fonti di finanziamento procedano eccessivamente in senso tecnico-specialistico, limitando così la capacità di agire quella mixitè che non deriva solo dall’accostamento in senso “sommatorio” delle diverse fonti ma dalla ricerca intenzionale di complementarietà e rafforzamenti reciproci che ne sappiano incrementare il valore in senso “produttorio”.
2. I temi di approfondimento nella summer school
Dopo un’ampia discussione la cabina di regia ha concordato di proporre i seguenti tre temi trasversali con il compito di ricomporre in un quadro di unitarietà e di senso le risorse per lo sviluppo del Terzo settore.
Ognuno di questi verrà descritto sia in termini di crescita di specifiche competenze, sia in termini di ri-orientamento strategico.
1. Accesso, inteso in senso gestionale come capacità di analisi organizzativa rispetto ai propri fabbisogni di sviluppo e di assorbimento e impiego delle risorse eventualmente ottenute, mentre in senso strategico come capacità di “abitare” e interloquire in ecosistemi d’innovazione e relative risorse economico-finanziarie e di know how.
2. Ibridazione e trasformazione, inteso in senso stretto come capacità di gestire processi di gestione del cambiamento organizzativo che tendono a derivare da investimenti legati allo sviluppo e non solo alla gestione ordinaria, mentre in senso più ampio si tratta di “allenare” mentalità aperte al cambiamento non solo a livello apicale, ma anche nelle più ampie compagini sociali che connotano la governance degli enti di Terzo settore.
3. Valutazione/ misurazione di impatto, anche in questo caso si tratta di accedere alle “technicalities” di modelli di valutazione centrati su obiettivi intenzionali e misurabili di trasformazione sociale che riguardano le comunità di riferimento, ma anche di costruire competenze di interlocuzione con enti finanziatori e soggetti tecnici della valutazione in modo da codefinire le “regole del gioco” valutativo e migliorare le capacità di apprendimento da parte di tutti gli attori coinvolti.
La cabina di regia ha inoltre individuato un elenco di topics che potranno essere oggetto di approfondimento nel corso della summer school e che vengono presentati di seguito “clusterizzandoli” rispetto ai temi trasversali appena descritti.
Accesso
1) Accesso al credito degli ETS (no Rea) e delle imprese sociali fragili e vulnerabili, a fronte di una tendenza del mercato che in questi anni ha agito soprattutto strategie di “cherry picking” volte a ricercare e finanziare le “eccellenze” del settore sia in termini di solidità economico / patrimoniale che d’impatto sociale generando così maggiori segmentazioni interne al settore stesso.
2) Gli strumenti di garanzia, guardando sia a quelli ordinari (garanzia pubblica/Confidi) che agli strumenti ibridi attivati (es fondazioni a livello territoriali) e influenzando così in modo crescente le dinamiche di evoluzione e matching di domanda e offerta soprattutto nel breve periodo.
3) Il ruolo del Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) attraverso un sistema di garanzie sugli investimenti che contribuisce sempre più a sostenere e indirizzare l’ecosistema nazionale di finanza sociale e a impatto.
Ibridazione / trasformazione
4) La “migrazione e il passaggio” di parte degli Enti di Terzo Settore che richiedono / richiederanno qualifica di impresa sociale guardando anche ai loro fabbisogni in termini finanziari grazie anche a iniziative a supporto promosse dalle reti di rappresentanza e coordinamento (es. Arci).
5) Esperienze di sinergia/partnership tra grant e credito, con la quota donativa che svolge un ruolo importante come garanzia per l’accesso alle risorse finanziarie e, più in generale, come quota riconoscimento dell’autenticità degli obiettivi d’impatto sociale perseguiti.
Valutazione / impatto
6) Il ruolo e in senso lato l’impatto della tassonomia ESG applicata al mondo assicurativo e al sistema dell’offerta di risorse finanziarie per il Terzo settore e l’economia sociale, onde evitare il paradosso della difficile accessibilità a risorse certificate in tal senso per organizzazioni sociali, soprattutto a di piccole dimensioni, che a livello di missione sono pienamente compliant rispetto a questi standard.
7) L’evoluzione delle piattaforme digitali di raccolta fondi nei confronti di enti di Terzo settore e impresa sociale sui versanti debt, grant ed equity e, particolare non secondario, sui servizi di supporto non finanziari (formazione, consulenza, ecc.).
3. Il ruolo del credito
A fronte delle evoluzioni descritte in apertura del paper e dell’agenda di lavoro della summer school dei Cantieri Viceversa si possono proporre nei punti seguenti alcune considerazioni rispetto al ruolo esercitato dal credito, in particolare da quello bancario. Si tratta infatti della principale componente di finanziamento per il Terzo settore, in particolare per l’impresa sociale, sia in termini di ammontare di risorse impiegate, sia in termini di di expertise accumulata nel corso del tempo, considerato il ruolo ormai “storico” assunto da alcuni players della finanza sociale.
Un primo ambito di azione è legato allo scenario pandemico e al modo in cui quest’ultimo esaspera alcune tendenze osservate nel medio periodo. La prima riguarda la progressiva riduzione del credito bancario nonostante gli sforzi provenienti da questo ambito in termini di innovazione di prodotto e di capacità di supporto. La seconda tendenza riguarda il permanere di una situazione di sottocapitalizzazione dei soggetti di Terzo settore e d’impresa sociale ormai atavica. Rispetto a queste dinamiche i sistemi di supporto e “recovery” messi in campo durante la pandemia hanno consentito a molte organizzazioni sociali di “comprare tempo” da utilizzare però non solo per “efficientare la macchina” ma soprattutto per identificare nuovi ambiti di investimento che la stessa pandemia ha contribuito a evidenziare in modo altrettanto netto (es. digitalizzazione). Da questo punto di vista si pone quindi un duplice problema. Il primo, ormai classico per i Cantieri Viceversa, riguarda il miglioramento delle condizioni per l’accesso alle risorse finanziarie, in particolare per i soggetti meno strutturati e performanti. Il secondo, che diventa ancor rilevante nella fase attuale, riguarda la riduzione della dipendenza dal credito bancario da parte di soggetti più consolidati, affinché possano attingere a risorse (come quelle di equity e quasi equity) più portate a sostenere investimenti anche su innovazioni “di rottura”. Questa esigenza chiama quindi la necessità di ricercare un migliore allineamento tra risorse a debito e apporto di capitale di rischio innescando in questo modo anche un circuito virtuoso di maggiore capitalizzazione.
Un secondo importante ambito di azione riguarda la crescita delle competenze manageriali delle organizzazioni di Terzo settore e d’impresa sociale, in particolare per quanto riguarda le questioni finanziarie. La progressiva crescita e differenziazione della domanda, soprattutto grazie all’avvento di fondi d’investimento a impatto sociale, sta ulteriormente sollecitando la crescita delle competenze gestionali, sia da parte di enti di Terzo settore in transito verso impresa sociale (ad esempio in tema di solidità e capacità di sostenere operazioni a medio lungo termine di natura imprenditoriale), sia per quelle realtà già consolidate ma che si vogliono indirizzare verso il mercato dei capitali dotandosi a tal fine di una struttura professionale e manageriale adeguata (ad esempio rispetto a peculiarità normative e regolamentari).
Terzo e ultimo ambito di approfondimento riguarda il complesso degli strumenti finalizzati a rafforzare il patrimonio delle organizzazioni sociali, attraverso apporti che si collocano anche nell’ambito dell’ecosistema cooperativo (ad esempio CFI), oppure anche filantropico, attraverso fondazioni private che localmente si sperimentano come veri e propri investitori su imprese sociali all’interno di iniziative di sviluppo territoriali. Nello stesso contesto si può collocare anche il “ritorno di fiamma” per la finanza pubblica agevolata soprattutto grazie a iniziative come Italia Economia sociale gestita da Invitalia. Il “redesign” di questa misura atteso in tempi brevi dovrebbe infatti consentire ai soggetti del Terzo settore e dell’economia sociale (oltre che delle imprese culturali e creative) di accedere a condizioni generali interessanti per durata, prezzo e possibilità di ibridazione con risorse donative. La complessità attuativa di questa misura necessita però di intermediari efficaci e di procedure semplificate pena il rischio di un parziale utilizzo delle risorse destinate (oltre 200 milioni di euro) e quindi di un orientamento del policy maker (il Ministero dello sviluppo economico) a non rinnovare la misura a fronte di una scarsa capacità di assorbimento da parte dei soggetti beneficiari.
Queste, e probabilmente altre, tendenze chiamano in causa il ruolo degli istituti di credito che nel corso del tempo si sono sempre più specializzati in finanza sociale. Nonostante questi sforzi si rilevano infatti alcuni elementi inerziali di questo importante sistema di offerta quali:
- tendenza a omologare l’offerta di risorse e di servizi non finanziari correlati;
- carenza di competenze e formazione specialistica sull’innovazione in termini di forme giuridiche, servizi e attività, posizionamento di mercato, reti;
- debolezza del presidio del territorio, in particolare rispetto alle regioni del Sud;
- il rispetto dei ruoli, considerando un eccesso di protagonismo sul fronte dell’offerta che di fatto non “capacita” le organizzazioni beneficiarie ma le rende piuttosto “dipendenti dal percorso”.
La possibilità di affrontare questi snodi grazie anche a iniziative come i Cantieri Viceversa può consentire di rilanciare il ruolo del credito a supporto di un nuovo protagonismo del Terzo settore e dell’impresa sociale dopo il “tempo sospeso” della pandemia, aiutandolo ad affrontare sfide sempre più impegnative del nuovo scenario.
In primo luogo in un’offerta di credito e finanza caratterizzata soprattutto da strumenti a breve (autoliquidante), vi è la necessità di incrementare strumenti finanziari a medio – lungo termine (anche con durate a pluridecennali)ad esempio su beni in concessione / diritto di superficie ma senza totale proprietà.
In secondo luogo è necessario incrementare l’efficacia e la semplicità d’uso di sistemi di valutazione /scoring / rating /valutazione impatto agendo nelle seguenti direzioni: i) il tema degli enti di Terzo settore e imprese sociali senza rating perché vulnerabili e/o rischiose; ii) il tema degli enti di Terzo settore senza rating perché privi di rendiconto economico finanziario valutabile; iii) salvo alcuni istituti di credito non vi sono sistemi di rating /scoring dedicati; iv) valutazione di impatto associata al credito sino ad oggi caratterizzata da una logica premiante sui costi e /o erogazione di donazioni.
Bibliografia
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Aiccon, Intesa SanPaolo (2021), Osservatorio su finanza e Terzo settore. Indagine sui fabbisogni finanziari. Cooperazione e impresa sociale, X Edizione, luglio 2021.
Borzaga C., Musella M. (a cura di) (2020), L’impresa sociale in Italia. Identità, ruoli e resilienza, Trento, Iris Network.
Terzjus (a cura di) (2021), Riforma in movimento. 1° Rapporto sullo stato e le prospettive della legislazione sul Terzo settore in Italia. Terzjus Report 2021, Napoli, Editoriale Scientifica.
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