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POSITION PAPER      Sessione 2

  GLI STRUMENTI ASSICURATIVI  

 

Pietro NEGRI

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  1. Lo scenario

A seguito della Conferenza delle Parti sul clima, tenutasi a Parigi nel 2015 (COP 21), è cresciuta notevolmente la sensibilità del settore assicurativo verso le tematiche relative al climate change al fine di comprendere meglio quale ruolo possa essere svolto in tale ambito, sia nell’esercizio dell’attività tipica di copertura dei rischi che nelle scelte d’investimento, come investitori istituzionali di medio lungo termine. Gli obiettivi, seppur parzialmente raggiunti alla recente COP 26 di Glasgow, rafforzano ancor di più tale ruolo e impegnano il settore assicurativo in un difficile e complesso processo di trasformazione dei propri processi produttivi.

Il mutato scenario derivante da due crisi economiche verificatesi negli ultimi 20 anni, dalla Pandemia di Covid-19 e, da ultimo, dalla guerra in Europa, inoltre, ha acuito ancor di più le disuguaglianze economiche e sociali generando nuovi bisogni e esigenze che il tradizionale intervento pubblico solo in parte riesce a colmare. Nel difficile momento storico che stiamo attraversando, acquisisce sempre maggior rilevanza il sostegno a una transizione “giusta e inclusiva” verso sistemi economico-sociali più sostenibili e resilienti nei quali gli interessi delle comunità, dei soggetti più fragili e delle minoranze sociali, trovino spazio e considerazione adeguati.

Se, da un lato, tali cambiamenti rendono ancor più gravoso il compito di chi governa le imprese assicurative, facendo emergere l'esigenza di sviluppare tecniche sempre più affinate per identificare, misurare, monitorare e mitigare i rischi e per definire scelte coerenti nell’ambito di una efficiente gestione dell’azienda, dall’altro, la necessità – e l’opportunità - di rispondere a bisogni crescenti e sempre più complessi costringe il settore a scelte strategiche innovative che “guardino al futuro”, imparando a dialogare sempre più e sempre meglio con interlocutori nuovi, che acquisiscono una rilevanza man mano più manifesta e determinante nel quadro sociale e economico di riferimento.

Le difficoltà degli ultimi anni, di fatto, hanno portato imprese ed individui a una maggiore consapevolezza della propria vulnerabilità, dei rischi a cui sono esposti, della necessità di proteggersi. Tutto ciò rappresenta un'occasione unica per il settore assicurativo, che trova interlocutori più aperti al dialogo e ha la possibilità di dimostrare il valore aggiunto delle proprie proposte, sviluppando nuovi modelli di protezione, basati su consulenza e coperture mirate, utilizzando meglio la tecnologia e ridefinendo il rapporto con la clientela.

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  2. I numeri

Nel corso dell’ultimo anno, il settore assicurativo nel nostro Paese si è dimostrato solido: secondo dati diffusi dall’ANIA, il 2021 è stato un anno di crescita con un volume di premi raccolti che ha superato i 140 miliardi (+3,8%), dopo il calo del 3,9% registrato nel 2020. In un contesto in cui il PIL è aumentato in termini reali del 6,6%, anche il mercato assicurativo ha registrato uno sviluppo positivo che ha riguardato sia i premi dei rami Vita (+4,5%) sia i premi dei rami Danni diversi dalla R.C. Auto (+5,6%). L’incidenza dei premi totali (Vita e Danni) sul PIL è diminuita lievemente rispetto al 2020 attestandosi al 7,9%. In particolare, nel settore del risparmio, anche per il 2021 si conferma il ruolo centrale delle polizze Vita che continuano a essere una delle forme più importanti di impiego e che rappresentano circa il 18% (come nel 2020) dello stock di attività finanziarie delle famiglie italiane.

Nel perdurare di uno scenario con tassi di interesse particolarmente bassi o, addirittura, negativi e di incremento dell’inflazione, sono cresciute soprattutto le polizze vita di ramo III (Polizze Linked) e i prodotti “multiramo" (derivanti dalla combinazione di una componente assicurativa tradizionale a rendimento minimo garantito di ramo I con più opzioni di investimento unit-linked), in conseguenza di un generalizzato recupero dei mercati finanziari e borsistici che hanno segnato – soprattutto nella seconda metà dell’anno – una crescita delle quotazioni superiori a quelli antecedenti la crisi pandemica.

Anche i Rami Danni sono risultati in crescita dell’1,8% rispetto al 2020 per un volume di 34,1 miliardi tornando a un volume di raccolta uguale a quello del 2019, anche grazie a una generalizzata ripresa economica e da una maggiore spinta nell’offerta di prodotti innovativi da parte delle imprese. I rami che hanno registrato una variazione positiva, superiore alla media, sono stati i seguenti: Incendio (+5,7%), Altri danni ai beni (+6,3%), Corpi veicoli terrestri (+6,5%), Tutela legale (+7,7%) e i rami Credito e Cauzione i cui premi variano nel complesso del +11,5%. Hanno mostrato tassi di crescita inferiori alla media, ma comunque positivi, i rami: Infortuni (+3,4%), i rami Trasporti (+5,0%), R.C. generale (+5,2%), Malattia (+5,4%), Perdite pecuniarie (+5,5%), Assistenza (+5,6%).

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  3. Il contesto europeo

In questo contesto prosegue l’opera normativa dell’Unione Europea volta a definire un nuovo ecosistema che favorisca sempre più investimenti orientati alla sostenibilità, ambientale e sociale, a sostegno di un’economia sempre più dipendente da fonti energetiche rinnovabili e caratterizzata da un modello produttivo di tipo circolare. Molti spunti di rilievo si ritrovano nel “Piano d’azione per l’economia sociale” dell’UE, ambito nel quale il nostro Paese – con la progressiva affermazione del Terzo settore, in grado di intervenire sempre più e sempre meglio non solo nei “fallimenti del mercato” ma anche anticipando bisogni non ancora considerati- si colloca in una posizione innovativa e originale, sia a livello normativo che di visione strategica.

Sebbene il ruolo degli assicuratori trovi ampio spazio nella Tassonomia ambientale UE (Tassonomia delle attività eco-compatibili https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32020R0852&from=EN), non solo come partecipanti ai mercati finanziari, ma anche – nel ruolo tradizionale - come sottoscrittori di rischi, nella bozza di Tassonomia sociale ( https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/business_economy_euro/banking_and_finance/documents/280222-sustainable-finance-platform-finance-report-social-taxonomy.pdf) il settore assicurativo viene citato ancora molto poco.

Eppure, una conoscenza più approfondita dei dati di valutazione dei rischi e la conseguente innovazione negli investimenti e nella definizione di prodotti assicurativi e finanziari, sono necessari per far crescere un sistema economico più equilibrato e al passo coi tempi, in grado di rispondere a una domanda crescente di sostegno e protezione, che vede gli ETS sempre più presenti e attivi sui territori.

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Le evidenze attuali impongono una visione diversa rispetto al passato e le metodologie utilizzate per implementare processi interni di assessment assicurativo e finanziario si diversificano da impresa a impresa: il settore assicurativo, tuttavia, mantiene un ruolo rilevante e peculiare da svolgere e può costituire il trait d’union tra Terzo settore e clienti retail e istituzionali, sempre più attratti da investimenti che abbiano caratteristiche o obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale.

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  4. Le domande

In tale contesto, la relazione con il mondo assicurativo, appare ancora in chiaroscuro con diversi ambiti ancora da migliorare e innovare.

  • Come definire, ad esempio, in termini assicurativi e finanziari - e su quali basi dati e statistiche - prodotti e servizi a sostegno di ETS in piena evoluzione giuridica e organizzativa?

  • Come supportare tale trasformazione, utilizzando l’innovazione tecnologica e il sostegno alla crescita di competenze e professionalità adeguate?

  • Come valorizzare la misurazione dell’impatto sociale (e ambientale) generato dagli ETS, soprattutto a livello territoriale?

  • Come valutare l’utilizzazione di beni “comuni”, a volte pubblici, da parte degli ETS, sotto il profilo assicurativo e finanziario?

Un progetto di Forum Nazionale del Terzo Settore e Forum per la Finanza Sostenibile
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